Eh si, potrà sembrare un luogo comune, ma riuscire a conciliare i ruoli di madre, moglie, dea del focolare e impiegata a tempo pieno non è una cosa così scontata; far quadrare i conti spazio-temporali si rivela un esercizio di equilibrismo ai limiti delle leggi della fisica.
In primo luogo, bisogna essere dotati di una scorta di energie pressoché infinita: dal momento in cui un bambino entra a far parte della tua vita e per almeno i primi 3 o 4 anni, se non siete fra quei pochi fortunati con i figli che dormono da appena nati tutta la notte (ma esistono??), preparatevi ad accontentarvi di quelle 4-5 ore di sonno mal dormite e sicuramente non consecutive, fra un biberon, un ciuccio ed un cambio di pannolino.
Io oramai sono abituata alla mia immagine riflessa nello specchio quando la stramaledetta sveglia suona alle 6.45, ma non raccomanderei questo spettacolo a qualcuno a cui voglio bene (mio marito è vaccinato, manco ci vede quando si alza!).
Quindi vi recate al lavoro, usando quella mezz'ora di tragitto per cercare di uscire dallo stato di zombificazione in cui versate e per cui a nulla è valso il litro di caffè appena bevuto. Per quanto mi riguarda, quella mezz'ora/40 minuti di code è uno dei momenti migliori della giornata; posso ascoltare in santa pace in po’ di musica e mettere ordine nei miei pensieri per affrontare ciò che mi aspetta al meglio.
Ore 8.30, si entra in ufficio. Se siamo tutti di buon umore si comincia con il piede giusto, ma se tira brutta aria, allora ecco che la giornata parte in salita.
I miei ritmi lavorativi sono sempre piuttosto pressanti, in questo ufficio maciniamo quintali di informazioni alla velocità della luce, cosa di cui andiamo piuttosto fiere (si, siamo due donne, io e il mio Boss, un team di super lavoratrici con un'etica del lavoro piuttosto strong...).
I telefoni squillano, molte persone si infilano nella nostra stanza per condividere idee e progetti, e poi si scrive, molto, fiumi e fiumi di parole.
In pausa pranzo vorrai mica farti mancare un po’ di esercizio fisico no? Per me è impossibile pensare di rinunciare allo sport, anche se aggiungerlo alle mie giornate mi costa molta fatica. Per cui, alle 13, via in palestra. Si rientra alle 14 e qualcosa, e si trangugia un'insalata mentre si ricomincia a lavorare.
Il pomeriggio vola sulle stesse note della mattina, molto da fare e pochissime pause; alla fine di certe giornate ci rendiamo conto di non essere riuscite a scambiare neanche due parole..
Rientro a casa per quello che io chiamo il “secondo turno”. Detto così può sembrare cattivo, in realtà non c'è niente di più bello e gratificante che entrare in casa e vedere un trogoletto sorridente che ti corre incontro, però, ovviamente, il trogoletto non ti ha visto tutto il giorno e tu non hai visto lei, per cui il desiderio di passare qualche momento insieme giocando travalica la stanchezza.
Alle 20.30/21.00, se siamo fortunati, Viola fa la nanna e noi possiamo mettere in tavola qualcosa e mangiare, anche se spesso a questo punto a me è passata la fame (è così che si torna in forma dopo il parto!).
Il dopo cena è dedicato al cazzeggio sul pc, mio marito programma e sviluppa (!) e io vago fra facebook, il mio blog e qualche quotidiano, visto che durante la giornata non ho già assorbito abbastanza informazioni!
A nanna verso mezzanotte per un'altra tranquilla notte di paura...
A tutto questo bisogna aggiungere la vita sociale, che anche se ridotta ai minimi termini, per fortuna ancora esiste, ma anche questa va incuneata a forza là dove in effetti lo spazio non ci sarebbe..
Vi risparmio la descrizione dei week end, vere e proprie gare di sopravvivenza fra spese, commissioni, gite e obblighi casalinghi!
E ora che qualcuno venga ancora a dirmi che siamo il sesso debole….
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