Ultimamente, nei momenti più insoliti, mi tornano in mente le pozze scure dei tuoi occhi, le nostre risate, il tuo strano senso dell’ironia. Ogni volta che rivedo il tuo viso, un paio di graffette si conficcano in profondità nel mio cuore.
Mi ritrovo a ripercorrere con la mente le volte che le nostre vite si sono incontrate e d’un tratto realizzo che nella mia hai occupato un posto non da poco.
Ricordo quell’estate di 22 anni fa, io che salivo su un traghetto per la Sardegna dove avrei lavorato per quattro mesi, lasciando a Torino la nostra storia appena iniziata, dopo anni di amicizia.
Mi ritrovo a ripercorrere con la mente le volte che le nostre vite si sono incontrate e d’un tratto realizzo che nella mia hai occupato un posto non da poco.
Ricordo quell’estate di 22 anni fa, io che salivo su un traghetto per la Sardegna dove avrei lavorato per quattro mesi, lasciando a Torino la nostra storia appena iniziata, dopo anni di amicizia.
Fast forward, sono passati 10 anni, le nostre vite si toccano di nuovo, per caso, e tutto riaffiora. Ricominciamo dove avevamo interrotto, solo ora siamo più grandi, tutto è più complicato; tu combatti per avermi, poi però cominci a scappare da me.
Qui il ricordo si fa veramente doloroso, le graffette affondano di qualche altro millimetro.
Per questo ti scrivo ora, per tentare di rigurgitare queste graffette, per provare a riconciliarmi con il tuo ricordo, per alleviare il senso di colpa.
Per riuscirci, voglio chiederti scusa qui, pubblicamente, ora. Voglio scusarmi per essermi comportata come una stupida, per averti trattato come ho fatto quando sei tornato da me con il cuore in mano, che io ho masticato ed ingoiato senza pensarci due volte. Avevo blindato il mio cuore dentro un sarcofago di cemento armato, come si fa con le centrali nucleari impazzite, non volevo permettere a nessuno di farmi soffrire. Così probabilmente ho fatto soffrire te, senza tanti complimenti.
Chissà se negli anni mi hai perdonata, se mi hai dimenticata o se per te sono rimasta la persona orrenda che ho voluto farti vedere.
La cosa peggiore, la più banale e al contempo la più dolorosa, è che non ho mai fatto nulla per rimediare. Come sempre capita, si pensa che tanto la vita ti presenterà delle altre occasioni.
Questa volta invece non è andata così, tu non ci sei più e mai leggerai questa mia lettera, che pure ora ti scrivo con tutto l’affetto di cui sono capace.
Questa canzone la dedico a te, amico, compagno di viaggio; rimarrà per sempre indelebilmente legata al ricordo di quella notte d’estate di tanti anni fa a Salice, io, te, Luca e Marco fermi sul ciglio della strada a guardare l’alba fare capolino dietro le vette, i Vaya con Dios - questo nome ora suona quasi come un triste augurio - in sottofondo.
se gli leggerai queste parole sono sicura che ti ascolterà e quando un leggero alito di vento accarezzerà il tuo volto sarà la sua mano che con dolcezza ti dirà che ti vuole bene...
RispondiEliminaO_o molto toccante...veramente belle parole. Non so chi sia il soggetto, ma di sicuro, se questa persona ti ha voluto veramente bene, ti avrà perdonata e...non si scorda MAI una persona importante.
RispondiEliminagrazie ragazzi, sono sicura anche io che in qualche maniera questi miei pensieri possano arrivare fino a lui....Stefy, la tua è un'immagine dolcissima....grazie di cuore...
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