Vorrei aver maturato nel corso degli anni l’abilità di tenere a bada il mio lato oscuro, quella massa compressa di rabbia e frustrazione che cova dentro di me.
Quando sono sufficientemente riposata, la bestia è solita sonnecchiare, alle volte mi dimentico persino della sua esistenza, ma quando stanchezza e pressioni esterne si accumulano, mi basta una scintilla, una provocazione, et voilà, la catena è sciolta ed eccola a piede libero.
Non so quale sia l’origine di questa mia dualità, non ricordo neanche se questa cosa ha fatto il suo esordio in un momento preciso della mia vita o se è nata con me; nei miei ricordi d’infanzia lei c’era già, si manifestava con capricci improvvisi e prese di posizione da cui era impossibile tornare indietro e che causavano fiumi di lacrime rabbiose.
Ora la maturità mi ha concesso quell’abilità (orrenda) di veicolare la mia rabbia in stilettate precise e mortali, dirette dove fa più male, finalizzate all’annientamento dell’avversario.
Dopo il suo giretto d’ordinanza, la belva torna nella sua tana, rifocillata e appagata, mentre io rimango prostrata per qualche tempo, svuotata, dolorante e, alle volte (ma solo alle volte!), piena di rimorso.
Non ho ancora trovato una formula d’ammaestramento, un “sitz, platz” che funzioni anche con lei, una volta liberata non si torna indietro ma si assiste impotenti all’escalation …
Cercasi quindi ammaestratori di fiere, no prima esperienza, automuniti e con garanzia “soddisfatti o rimborsati!”
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