lunedì 30 agosto 2010

Ahhhh, le gioie della maternità! – non per i debolucci e per chi non sa ancora come nascono i bambini.

Gli eventuali lettori di genere maschile mi perdoneranno per questo post “rosa”….
In questi giorni posso finalmente pensare al parto di Viola, dopo quasi 14 mesi, senza che mi vengano le lacrime agli occhi (e non dalla felicità, o meglio, non solo da quella!).
Devo dire che tutta la questione del “tanto ti dimentichi subito tutto” non mi ha mai convinto molto, ma non essendoci passata, mi rimaneva il dubbio che questa frase, tramandata nei secoli dei secoli da milioni di madri, avesse del vero. E invece proprio per niente!

Vorrei dire la mia personalissima opinione sul parto e sui luoghi comuni che lo circondano, perché mi ritrovo sovente a chiedermi come mai si raccontino tante bufale in merito.

Tanto per cominciare, arrivi al parto stremata dall’ultimo mese di trasporto carichi pesanti, anche se come me, avete preso i “chili giusti” (a mio parere sempre troppi!), il vostro corpo non ne potrà più, vi sentirete delle enormi otarie deambulanti, con il fiato corto, e qualche arto della creatura sarà perennemente conficcato in qualche vostro organo vitale causa mancanza di spazio.

Poi arriva il fatidico giorno, per cui ti sarai preparata con corsi e, nel mio caso, con una consistente montagna di letture di vario genere, aggiungo, inutili. Qui va fatta doverosa premessa: alcune donne (poche, pochissime secondo me) narrano di primi parti avvenuti senza quasi neanche accorgersene, un mordi-e-fuggi di un paio di ore circa e quindi, perché negarlo, io ho sperato fino all’ultimo di essere parte di questa categoria di elette. Che dire, ovviamente non è andata così.

Mi sono fatta 19, e dico 19 ore fra prodromi, travaglio e parto. Alle 14 del 14 luglio (notare l’armonia dei numeri…) le prime avvisaglie. Verso l’ora di cena contrazioni regolari ma non troppo dolorose, ho ancora i video con me garrula seduta sulla palla che me la rido come una scema, se solo avessi immaginato!
Ore 22, si ride già molto, ma molto meno. Ore 23 primo giro in ospedale; eh sì, perché puoi avere letto tutti i libri del mondo sull’argomento, ma tanto il momento giusto per andare all’ospedale non lo azzecchi mai. Ovviamente pensavo di essere già arrivata al limite della sopportazione del dolore, tra l’altro sono una di quelle con la soglia del dolore verso il limite alto, ma qui si parla di roba fuori da ogni immaginazione.
E invece mi sento dire, testuali parole, dal medico di turno: signora, guardi, se va a casa e torna fra due o tre ore secondo me per allora il travaglio sarà avviato. COSAAAAAAA?? Avviato? Ma pezzo di rintronato con il camice, ma fino ad ora cosa ho fatto? Giocato a biliardo? Qui stavo già perdendo la pazienza…
Dalle ore 24 alle ore 3, a casa, ululando, e non scherzo, ogni 2 minuti circa. Orrore…non si vede la fine! Mauro intanto tenta di appisolarsi sul divano, accusandomi di sprecare troppa acqua sotto la doccia. Se non l’ho ucciso qui, è salvo per sempre.
Poi alle 3 si torna in ospedale, finalmente la cosa è “avviata” e, miracolo per un ospedale pubblico italiano, chiedo l’epidurale e mi viene fatta dopo 10 minuti; lasciatemi esprimere il mio sbigottimento per aver ottenuto questo servizio tanto decantato ma mai effettivamente disponibile, se non a pagamento.
Da qui quattro ore di pace, per raccogliere le forze in vista del rush finale. Anche qui, voglio dirvi che l’epidurale è un’invenzione meravigliosa, che chissà perché nel nostro Paese è ancora osteggiata da tante ostetriche “vecchia maniera” e da tanti dottori, di solito uomini.
Ore 7.30 si va in sala parto. Qui si cazzeggia un po’, arriva la nuova ostetrica e va a prendersi un caffè (?), tanto io sono ancora piacevolmente drogata.
Ore 8.30, si fa sul serio. Flebo di ossitocina, e dopo credo non più di 10 secondi, ecco le contrazioni finali, ed io di colpo perdo totalmente il controllo, e qui forse Mauro dovrebbe prendere le redini del racconto, perché io ho solo ricordi sfocati, ultima frase in condizione di pseudo lucidità: “secondo me questa cosa è contro le leggi della fisica”. Fate voi...
Comunque sembra che a quel punto non volessi più partorire, chiudendo le gambe (immaginate che scenetta eh?). Alla fine fra un delirio e l’altro, alle 8.50 del 15 luglio nasce Viola, il mio fagottino.

Ora, vi sembra che io abbia dimenticato anche solo un secondo della vicenda?
Solo più qualche parola sul post parto, per sfatare un altro incredibile luogo comune “ ahh ma appena partorito ti sentirai in paradiso”. COSA???? Volendo tralasciare il bruciore ALLUCINANTE che ti tiene compagnia per qualche ora, nessuno dice mai che nella maggior parte dei casi, qualche punto di ricamo te lo devono mettere!

Mi rendo conto che mi sto dilungando troppo… ma giusto per avvisarvi, il dono della sintesi non è evidentemente fra quelli che ho ricevuto.

In buona sostanza, ogni giorno guardo mia figlia e mi chiedo come sia possibile un miracolo del genere, perché di questo si tratta, un miracolo della biologia e della chimica umane, e la amo con tutta me stessa, anzi, più di me stessa, ma mai e poi mai capirò come nascano certe leggende metropolitane!

Viola appena nata

6 commenti:

  1. :-P
    Molto simpatico!
    In quanto marito posso dire che il tutto corrisponde al vero (se interessati posso anche fornire video!!!).
    In effetti tutto e' andato molto bene (ché dopotutto un papà in quel momento serve a poco e sicuramente non ha idea del trauma fisico che subisce la mamma) fino a che, quasi alla fine, non voleva più aprire le gambe... Ecco lì ho temuto il peggio..... Ma poi è stata bravissima è in poco tempo ha sbrigato la "pratica"

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  2. Son passati quasi 19 anni e ricordo ancora tutto perfettamente, minuto per minuto, nonostante la mia scarsissima memoria. Uscita dalla sala parto dissi "Mai più!!!" e così è stato. E' vero è un miracolo e quei dolori sono ultraterreni.
    Sarebbe bello vedere il video di te sulla palla XD

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  3. eheheh! magari un giorno in privato te lo mostro!

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  4. decisamente ci penso qualche altro annetto prima di entrare nel club delle mamme, tanto lo so che non sarò eletta: mia mamma s'è fatta due giorni di travaglio prima che nascessi. Che dire? Se tale madre tale figlia non mi resta molto da sperare!
    BACI,
    Laura K.

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  5. @Laura: Invece io ne farei un altro anche subito di bambino, mi frena molto di più la fatica e perdere di nuovo la forma fisica che non l'idea del dolore del parto. Perchè se è vero che non si dimentica, ciò che ricevi in cambio per tanto patire, ti assicuro, è qualcosa di grandioso!
    Un bacione

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  6. Sono passati 12 anni dal mio primo parto (per cui venni definita "primipara attempata"...ma come si sono permessi poi? avevo 30 anni cazzo!)e 6 anni dal secondo...ricordo tutto perfettamente...per il primo ho rotto le acque il martedì notte e ho partorito il venerdì mattina...allora lo definii "il mio incontro con gli alieni"...eh sì perchè mica è stata una roba normale o terrena quella lì...e il secondo...presente quando ti dicono che il secondo è una passeggiata? Palle. Mi ricordo benissimo anche quello...unica differenza col primo è che le contrazioni uterine post parto sono molto più dolorose del precedente...
    però, anch'io ho dichiarato subito che doveva trattarsi per forza di un miracolo...che sono riuscita anche a ripetere!!!
    Beh...superati i dolori dei parti e la separazione da mio marito...beh...non mi fa più paura niente...come diceva la protagonista del libro "il danno": le persone danneggiate sono pericolose, sanno di poter sopravvivere...
    Ciao,
    Eli

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